UNA BREVE STORIA SU PIANURA - ZONA FLEGREA

 

 La zona flegrea si estende ad occidente del golfo di Napoli, abbracciando tutta la fascia costiera dalla collina di Posillipo a Cuma.

 Comprende: Bagnoli, La Pietra, il golfo di Pozzuoli, Arco Felice, Fusaro, Baia. Bacoli, Miseno, Monte di Procida Torregaveta e Cuma. oltre alle isole di Nisida, Procida, Vivara e Ischia.

 Nella fascia orientale sono comprese: Fuorigrotta, Agnano, Soccavo,

Pianura. Quarto, Cappella e Literno.

 I Campi Flegrei sono un territorio vulcanico di circa 190 Kmq. Vennero così chiamati fin dall'antichità (Phlegraios  - ardenti) per la natura vulcanica del terreno che fu considerato sede di culti e miti etionii.

 Forma uno degli ambienti più suggestivi d'Italia per il contrasto tra la costituzione naturale del suolo e l'esuberante frequentazione e presenza antropica che, fin dai tempi più antichi. ne ha profondamente modificato la fisionomia

 La Regione, fertilissima pei la composizione del suolo e la mitezza del clima, fu abitata dalle epoche più remote e accolse nell'antichità famose colonie greche e città romane come Cuma, Baia, Miseno, Pozzuoli.

 In seguito ad un abbassamento delle terre, verificatosi nell'Alto Medio Evo, fu invaso dagli acquitrini e dalla malaria e si spopolò rapidamente.

 La ripresa. sollecitata dal risanamento e dalla trasformazione agraria, ebbe inizio nell'ultimo scorcio del secolo XVIII e si. impose velocemente soprattutto nella prima metà del secolo XX, dietro la spinta di una intensa industrializzazione.

 Lo sviluppo economico non è stato tuttavia uniforme ne ha assunto indirizzo preciso, giacché alla industrializzazione del tratto costiero (Stabilimenti Siderurgici di Bagnoli. Meccanici dì Pozzuoli, Cantieri Navali di Baia) fa riscontro il ritardo delle zone interne, eminentemente agricole.

 L'intero territorio dei Campi Flegrei è compreso nella provincia di Napoli. Il territorio consta di una parte «continentale» ed una parte insulare.

 Nella prima parte sono compresi i territori di:

 Pozzuoli: Arco Felice, Lucrino, Cuma, La Pietra, La Solfatara La Solfatara, Agnano, Astroni, Licola, Licola Mare. Monte Rusciello.

 Quarto Flegreo: Soccavo, Pianura. Pisani, Torre Poerio, Montagna Spaccata, Quarto e Literno.

 Bacoli: Baia, Fusaro, Miliscola, Miseno. Capo Miseno, Torregaveta. Isolotto dì San Martino.

 Monte di Procida: Cappella e Case Vecchie.

  La parte insulare dei Campi Flegrei e costituita da Nisida, Procida, Vivara e Ischia.

 Il vulcanesimo flegreo ebbe inizio alla fine del terziario, nel pliocene superbie, ma ricevette forte incremento nei primi tempi del quaternario.

 Si possono distinguere tre periodi. Nel più antico si formò uno strato vulcanico, detto «archiflegreo», cui si devono i cosiddetti «tufi gialli» della Campania. Tale strato, in seguito, sprofondò lasciando una caldera dì circa 14 Km di diametro, grande cioè quanto tutta l'area Flegrea

 Nel secondo periodo si formarono diversi edifici più piccoli (Miliscola, Capo Miseno. Bacoli Gerolomini. Monte Gauro, Chiaia, Soccavo, Pianura e i Camaldoli) con emissioni di prodotti piroclastici noti come piperno, «breccia museo» tufi gialli napoletani.

 Nel terzo e ultimo periodo si formarono i crateri interni come Baia, la Solfatara, l'Averno, gli Astroni (2000 a.C), i Pisani, Cigliano. ecc.

 L'Attività eruttiva ebbe termine mieI 15 X con La formazione del Monte Nuovo, alto 133 m. e con un cratere largo 400 in. L'attività propriamente eruttiva e da allora cessata. Tuttavia continuano ancora, nelle solfatare, nelle putizze, nelle sorgenti calde, nelle `dote tennn1eili postumi. che costituiscono una delle attrazioni particolari i per chi visiti le bellezze paesistiche dei Campi Flegrei.

 L'emersione che tutti questi coni vulcanici, iniziatisi nel fondo del mare, non fu soltanto dovuta all'accumularsi di materiali eruttati. tanto potente da affiorare finalmente tuoni dalle acque, ma sicuramente anche al sollevarsi della base subacquea, sulla quale quei coni erano venuti formandosi.

 Infatti, sui fianchi dell'Epomeo, nell’ isola d Ischia e anche su quelli di taluni vulcani sulla terra ferma si riconoscono come dei gradini pianeggianti, incisi nel pendio regolare dei coni craterici    

 Sui gradini vi sono spoglie di animali marini, segno di un periodo durante il quale il mare batteva in breccia e deponeva a quel livello. In seguito, una nuova spinta fece accelerare l'emersione delle terre. Forse questa spinta spetta a una delle fasi di sollevamento quaternario, evidentemente da tante altre terrazze marine che incidono la costa rocciosa sino

all'estrema Calabria. Nella iena flegrea il terreno ebbe ed ha ancora sussulti, legati soltanto alla natura vulcanica del suolo ed all'attività non ancora sopita della Terra.

IL TERRITORIO DI PIANURA

 

 Pianura, dotta anticamente Casale Planuri o Villa di Pianura Majoris, sorge 180 in. sul livello del mare. Si estende su una superficie di 11.447 mq., appiè di un'altura tufacea nell'estremità nord-est di un antichissimo cratere dei Campi Flegrei.

 Confina con il Comune di Quarto, di Marano, di Pozzuoli, con la conca di Agnano. la Solfatara. Bagnoli, Soccavo. l'Arenella e Chiaiano.

Il nome di Pianura deriva da «piana» e non da playa, perché si diceva terra plana, nel senso di "ager cultus cui opponitur silvestris" le vicine selve della collina dei Camaldoli. Nota in passato con il nome di Pianura, poi volgarizzato in «Chianura»,favorita da un territorio pianeggiante favorevole allo sviluppo originario dell'agricoltura e degli insediamenti rurali, Pianura doveva rappresentare un passaggio obbligato per i collegamenti terrestri tra Napoli, Pozzuoli e Roma.

 

v      ETA' DUCALE:                              Planuria

v      CEDOLARE ANGIOINO:             PIanura (1268)

v      SUMMONTE:                                 Chianura

v      ETA’ VICEREALE:                                   Pianura (1647)

v      GALANTI:                                       Pianura (1794)

 

 Gli studiosi più autorevoli, che nell'ultimo secolo si sono occupati di proposito delle vie di comunicazione tra Puteoli e Neapolis - il Momsen, il Beloch, il Cocchia, il Dubois -, hanno ammesso che fino all'età di Augusto esisteva una sola via che allacciava le due città: quella, cioè, che saliva, valicandola, la collina oggi detta del Vomero.

 Una seconda strada, più tardi, accolse il traffico, quando nella collina di Posillipo, fu aperta la crypta neapolitana. Non poche sono le discordanze fra i vari studiosi.

 Dell'antica via che conduceva da Puteolis a Neapoli, su per Antignano, molti hanno parlato di proposito o semplicemente di passaggio, per indagini dirette o, per lo più, ripetendo l'una o l'altra delle opinioni espresse precedentemente.

 Quelli che hanno trattato più ampiamente l'argomento sono stati il De Laurentis, lo Scherillo e il Cocchia.In sostanza, per il tratto che da Puteoli menava in prossimità di Agnano sui tratti principali: Anfiteatro, Piscina Cardito, Solfatara, sono poche e lievi le divergenze. Gli scrittori, però, fanno spesso una confusione inestricabile tra i Colli Leucogei, monte Olibano, Solfatara e monte Spina.

 Le divergenze più forti cominciano dopo Agnano: per alcuni la via girava intorno alla valle di Agnano a nord, per altri a sud. Del secondo tratto le tappe principali sono: Taverna delle Rosei ,Terracina, via Loggetta. Soccavo e poi, da un lato S. Stefano di Posillipo, Vomero Vecchio, dall'altro bivio Soccavo, via Provinciale per la Pigna, dove si vedono avanzi di un colombario Case Puntellate, Antignano. A questo punto è opportuno far notare che Neapolis doveva essere allacciata non solo con Soccavo, ma anche con Pianura.

 Da due iscrizioni greche, l'una dì Soccavo. l'altra di Pianura, che fino al 19(12 erano le uniche testimonianze di cui si sappia con certezza la provenienza da questi luoghi, si deduce che Pianura e Soccavo sarebbero stati due centri abitati che avrebbero conservato più relazioni e somiglianze di vita con la greca Neapolis che non con la vicina e tanto latinizzata Puteoli

 Per quanto riguarda la prima utilizzazione del territorio di Pianura essa fu certamente coeva o addirittura anteriore alla colonizzazione greca. L'unico ripostiglio che conteneva tetradrammi attici con monete di Jerone di Siracusa, fu rinvenuto, infatti, nella zona, dove accanto ai numerosi ritrovamenti funerari di età classica si sono trovati anche strutture murarie

preromane. forse di un forino Sannitico più tardi, avvalorando così l'ipotesi di una intensa e stratificata urbanizzazione della campagna.

 Le più recenti indagini archeologiche con Fermano in definitiva, l'idea di una continuità insediativa, prima di tipo scarso e, poi, accentrata ai margini della via Antiniana. Sviluppandosi in seguito con la scoperta delle cave dì piperno, Pianura ha avuto sempre una economia prevalentemente agricola. Fra il 1926 e il 1927 il territorio del Comune di Pianura fu annesso al Comune di Napoli, in attuazione della Riforma Urbanistica auspicata dal Nitti.

 Furono sottoposte a tale riforma anche. Secondigliano, Chiaiano e Soccavo. Oggi Pianura è il più esteso dei 21 quartieri della città di Napoli ed è divisa nelle seguenti trazioni: Bietola, Campanile, Cannavino, Cancello, Casella, Cavone degli Sbirri, Coda Cavallo, Conzolo, Grotta Papera, Monti, Masseria Grande, Monteoliveto, Nazareth, Pignatiello, Pisani, Romano, San Lorenzo, Selva di Cancello, S. Antonio ai Monti, Spadari, S. Rocco, Svizzeri, Torciolano, Torre Poerio, Torre Lupara, Tavernola e Tora.

 Al territorio di Pianura non e annessa la Riserva degli Astroni in quanto appartenente al Comune di Pozzuoli. Pianura, benché territorio metropolitano dì Napoli, fa parte con Agnano, Bagnoli, Fuorigrotta e Soccavo della Diocesi di Pozzuoli che, al pari di Roma, vanta la più antica comunità cristiana. Infatti, nel 61 L'apostolo Paolo, proveniente da Alessandria, sbarcò a Pozzuoli vi trovo già costituita una vasta comunità di cristiani.

 Non si sà con precisione quanto e perché Pianura fu inclusa nella Diocesi di Pozzuoli, tuttavia è logico supporre che a ciò non dovettero essere estranei motivi logistici che rendevano più facili i collegamenti con Pozzuoli invece che con Napoli.

 Oggi l'importanza storica, archeologica, paesistica. naturalistica del territorio è seriamente preoccupante per la continua degradazione ditali valori particolarmente accentuatisi a seguito dei gravi fenomeni del terremoto prima.

del bradisimo poi, a decorrere del 1980. Urge, quindi, la necessità di adottare le misure opportune non solo per arrestare la continua violenza al territorio che depaupera gravemente il patrimonio culturale, ma per recuperare nei limiti possibili quei beni culturali cd ambientali, fra i quali gli Astroni e i Camaldoli, che sono stati incoscientemente sacrificati, danneggiando gravemente le risorse locali.

 Il territorio di Pianura, fa parte di quell'area occidentale di Napoli che ha un grandissimo valore economico ambientale, ed è per questo motivo che suscita formidabili appetiti speculativi.

 Il WWF già da anni, ha presentato progetti di preservazione, per la difesa degli Astroni e dei Camaldoli ma non ha ancora avuto risposte concrete. Le parole non bastano più. ci vuole una vera e propria inversione dì tendenza. La Riserva degli Asti unì chiusa da anni è in condizioni di abbandono totale.

 Le sue mura (li cinta vengono sistematicamente violate.Addirittura alcuni anni fa sono stati rubati alberi dì alto fusto. La Torre Nocera, di proprietà della Regione, è stata inglobati in una villa privata, costruita abusivamente. Napoli deve avere le sue zone di ossigenazione, recuperando i parchi cittadini e costruendo un grande parco nella zona flegrea. Si parla (di un nuovo disegno dell'area metropolitana.

 Ebbene, l'area flegrea deve essere il punto di partenza, in quanto esiste un patrimonio archeologico, artistico e naturale che non ha riscontro in nessuna altra parte del mondo.

 Non si può permettere che interessi politici, economici cd imprenditoriali, si sviluppino a danno della zona e dei suoi abitanti.

 Il futuro di Pianura a, è legato strettamente a quello di tutta l'area flegrea, di cui fa parte per territorio e analogia di tradizione e vocazione. Se non sì formerà una comunione di intenti tra popolazione, operatori economici e politici, il futuro di questo quartiere sarà lo scempio.

 

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